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Nel mondo del fantasy...Il Portale Dei Mondi

Nel mondo del fantasy...Il Portale Dei Mondi

Eravamo finalmente pronti per partire. Quella lunga camminata ne sarebbe valsa la pena: Il Portale dei Mondi ci aspettava. Passarono tre giornate intere prima di arrivare nella Foresta Macabra. Non sai mai cosa ti aspetta lì. E neanche noi: forse non eravamo pronti, forse la curiosità aveva assalito la nostra sana coscienza. Eppure il coraggio non ci mancava per andare all’avventura.

-Eccolo, lo vedo - sibilò Raf, il mio compagno di avventure. Ci avvicinammo sempre di più, passando di cespuglio in cespuglio, per non allertare gli animali circostanti. A poco più di qualche metro potevi sentire la sua energia rizzarti i capelli. Il Portale era strutturalmente magnifico: il cornicione era fatto con cristalli grezzi come quarzo e ametista. Il flusso emetteva delle scariche energetiche color rosso spento. Infine, la parte interna aveva come una patina di bolla di sapone e ai lati si accendevano piccole fiamme color acquamarina.

-Sei pronto?

-Sì, e tu?

-Certo. Uno…

-Due…

-TRE!

Ci buttammo a capofitto. Attorno a noi, una nube violacea ci accompagnò durante tutto il volo. Lungo il canale incontrammo delle schegge di un materiale simile al vetro, ma molto più luminescenti.

Atterrati, sprofondammo in una sostanza viscida e giallognola, simile a gomma da masticare. Oh, se non eravamo preparati… Sentimmo dei versi in lontananza, ma eravamo certi che non fossero animali, umani o comunque creature di nostra conoscenza. Avvicinandoci, scoprimmo che si trattava di esseri del tutto… sconosciuti. Il corpo era simile a quello di una lumaca, ma la coda era decisamente più lunga e arricciata. Il capo era a forma di triangolo, con tre antenne pelose in testa e degli occhi che erano molto più esposti, quasi terrificanti. Non sono sicuro che avessero delle orecchie, molto probabilmente udivano i suoni dai recettori delle antenne. La bocca era stretta e allungata verso il basso, con dei labbroni verde acqua.

Pian piano si avvicinarono e noi preparammo le nostre uniche armi: i pugni.

- Amici? - chiese una creaturina.

-Oh… sì, amici! - rispondemmo, abbassando la guardia.

-Capo, umani, amici! - continuò lui.

- Falli venire, e con garbo! - disse qualcuno più in là. Allora il piccoletto ci accompagnò. Nel tragitto notammo che ce n’erano di diversi colori: azzurri, blu, gialli e marroni. Successivamente arrivammo ad un edificio che aveva quasi la forma di un astuccio.

Entrammo e ci fecero sedere ad un tavolo. Arrivò uno di loro e si sedette.

- Lo so, non capita tutti i giorni di vedere degli esseri sconosciuti, ma credeteci, siamo sconcertati tanto quanto voi. Abbiamo studiato per decenni la vostra lingua e abbiamo sempre cercato di metterci in contatto con voi. Vi assicuro che siamo un popolo pacifico, non vogliamo guai. Ora passiamo alle presentazioni. Io mi chiamo Ruhg, e sono il capo-.

- Io sono Raf, e lui è Dan - proseguì un po’ impacciato Raf.

-Tanto piacere. Avete domande circa il nostro popolo? Mi sembrate curiosi

- Io qualcosa da chiedere ce l’avrei- ammisi tremando -perché siete di colore diverso?

-Oh, tu corri, ragazzo! Te lo spiego: noi Gareg non nasciamo come voi. La vedete quella roba gialla? Ecco, Ogni tre anni gareghiani, che corrispondono a quattrocento anni terrestri, la gravità diventa così debole che delle bolle si staccano da quella pozza e quando scoppiano ne escono fuori dei Gareg neonati. Poi quando invecchiano diventano bruni. La stessa cosa avviene in quella pozza blu più lontana, dove nascono le donne. Non vi trattengo altro tempo, capisco che siate scioccati. Mi raccomando solo di una cosa: voi, oggi, avete fatto una tranquilla scampagnata nella foresta, non altro. Chiaro? -

- Sissignore - affermammo in coro.

- A presto! Tornate quando volete! - disse Rugh, mentre venivamo chiusi in una bolla verdastra e spediti verso l’alto. Non l’avremmo detto a nessuno, ovvio, ma cavolo, che giornata.

Samuele Giannotta - I B Scuola Secondaria di I grado

Date

25 Marzo, 2022"

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